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Yang Lu Chan

Yang Cheng Fu

Tao Fa

Mei Hua in fiore

rappresentazione classica

il Ch'i, l'Energia Vitale

rappresentazione classica

dello Yin e dello Yang

Kung Fu

l'arte marziale tradizionale cinese

 

Il termine Kung fu (功夫), letteralmente "lavoro eseguito con abilità", è genericamente utilizzato per indicare l’insieme delle arti marziali di origine cinese.

In realtà il termine da secoli utilizzato in Cina per definire le arti marziali è WuShu (武术, oggi convenzionalmente utilizzato identificare il 'WuShu moderno'), ma sono molto comuni anche i termini Wu I (武 绎, abilità marziale), e Kuo Shu (国 術 arte nazionale).

 

Esistono in realtà numerosi altri modi per denominare questo vastissimo mondo , ma quello più noto al pubblico mondiale resta comunque il termine KungFu.

 

La sua scelta si vuole storicamente attribuire ai produttori cinematografici di Hong Kong che, fra gli anni '60 e '70 diffusero in Occidente, grazie anche alla mitica figura di Bruce Lee,  i film di Arti Marziali Cinesi con il nome più commerciale di "Cinema KungFu".

I mille stili del Kung Fu

 

Dunque sotto la generica denominazione di KungFu, si contano una miriade di stili diversi.

I numerosi tentativi di classificazione fatti nel corso dei secoli, si sono basati tradizionalmente sulle diverse caratteristiche dei singoli stili, sulla loro provenienza geografica e sull'origine storica.

 

Un'altra classificazione diffusa è quella fra i c.d. stili interni (Nei Chia), nei quali è predominante lo sviluppo di un lavoro interiore, carattrizzati dalla lentezza e dall’esecuzione armonica del movimento, e stili esterni (Wai Chia) nei quali è predominante lo sviluppo di un lavoro di tipo "esteriore" in cui prevalgono la velocità e l’agilità.

 

Anche all'interno della nostra Scuola, suddividiamo la pratica secondo questa struttura, proponendo un corso di stili "interni" che parte dallo studio della forma base di Tai Ch'i Ch'uan (considerato lo stile "interno" per eccellenza) che si pratica singolarmente, ed è caratterizzato da movimenti ampi, lenti e circolari, per proseguire nello studio delle forme a coppia (Tui Shou), delle armi (Ping Ch'i), delle leve (Chin Na), e nell'introduzione dei numerosi stili interni che il nostro Maestro Chang Dsu Yao ci ha tramandato nella sua immensa cultura marziale (Kung Li Ch'uan, Hsing I Ch'uan, Pa Kua Chang e molti altri).

 

Il corso di stili c.d. "esterni", invece si caratterizza per l'approccio in velocità, lo sviluppo dell'esplosività delle tecniche e l'acrobaticità delle forme.

Si inizia con lo studio della forma base di Shaolin Ch'uan della Cina del Nord, praticata a solo, per continuare con lo studio dei Po Chi (combattimetni prestabiliti a coppie), delle armi dello Shaolin (Ping Ch'i), delle cadute.

Lo studio prevede l'approfondimento di diversi stili esterni, dal Mei Hua, lo stile principale della nostra scuola, il cui simbolo, il fiore di prugno è rappresentato nel nostro logo, al Pa Chi Ch'uan, lo Hung Ch'uan, il Tang Lang Ch'uan e altri stili avanzati.

 

Il Tai Ch'i Ch'uan

 

Il Tai Ch'i Ch'uan (太极拳), o Tai Ji Quan come oggi più spesso si trova traslitterato secondo il metodo PinYin, è a tutti gli effetti un'Arte Marziale.

Grazie alle sue innumerevoli sfaccettature viene spesso praticata al giorno d'oggi come mera ginnastica di benessere, come meditazione in movimento, come terapia per innumerevoli patologie, come tecnica riabilitativa, come forma d'arte.

Quale che sia lo scopo con il quale ognuno si avvicina a questa disciplina di antica saggezza, i benefici che nel tempo la pratica di quest'arte dona, sono così numerosi che sarebbe impossibile elencarli tutti.

 

L'approccio della nostra scuola resta in ogni caso quello più classico della vera e propria Arte Marziale, senza tralasciare l'aspetto meditativo e quello più filosofico della ricerca, della conservazione e della coltivazione del Ch'i (氣), l'energia interna.

 

La forma base praticata dalla nostra scuola, è quella tradizionale a 108 tecniche, della scuola Yang, del capostipite Yang Lu Chan (1799-1872), resa fruibile al grande pubblico cinese, grazie agli insegnamenti di Yang Cheng Fu (1883-1936), e arrivata in Italia, grazie al nostro Maestro Chang Dsu Yao (1918-1992).

 

Se nella pratica della forma a solo, è preponderante l'aspetto meditativo e di coltivazione dell'energia interna, l'approccio marziale della nostra scuola è reso evidente dal fatto che la forma viene interamente applicata nel combattimento a coppie, prima prestabilito, ed in seguito, libero.

L'aspetto più complesso ed affascinante di questa disciplina è costituito dal fatto che in essa non esistono attacchi (pugni, calci, colpi in genere). Il Tai Chi Ch'uan è un'Arte Marziale di esclusiva difesa.

La strategia, la comprensione delle forze in gioco (studio dei Chin), l'arte dello "schivare", le complesse leve articolari, i bloccaggi con azione sui punti di pressione del corpo umano, rendono quest'Arte un vero capolavoro, un mosaico prezioso della millenaria cultura cinese.

 

Completano l'applicazione gli esercizi di Tui Shou, i Ta Lu, e le forme di Chin Na, di cui il nostro programma è ricco.

Le armi classiche del Tai Ch'i Chuan sono 4: la sciabola, il bastone lungo, la lancia e la spada.

Lo Shaolin Ch'uan

 

Il P'ei P'ai Shaoli Ch'uan (forma di combattimento dell'omonimo tempio della Cina del Nord) è organizzato con una serie di esercizi base di introduzione alle tecniche (Chi Pen Pu Fa, Lien Pu Ch'uan) ed una forma antica ispirata ai movimenti dei 5 animali di Shaolin (Tigre, Drago, Gru, Serpente e Leopardo).

 

Lo stile base, studiato nella nostra scuola, portato in Italia dal Maestro Chang Dsu Yao è il Mei Hua Ch'uan, uno degli stili originali insegnati nel tempio di Shaolin.

 

Le forme si caratterizzano per le tecniche veloci, la forza esplosiva, l'ampiezza dei movimenti, l'acrobaticità dei calci e delle cadute, la peculiarità di tecniche espressamente studiate per il combattimento a terra.

Unitamente alle tecniche a mano nuda, e alle tecniche di leva, il programma prevede lo studio delle18 armi tradizionali dello Shaolin.

 

 

Yin e Yang sono gli opposti complementari che si uniscono per formare un tutto, e seppur diversi per natura deve esserci una relazione armoniosa tra di essi.

Strettamente legate a questo concetto si sono poi sviluppate le diverse scuole di pensiero influenti nell’educazione sociale e morale, tra le più conosciute Taoismo, Buddismo e Confucianesimo, quella serie di studi che hanno portato alla formulazione scientifica dei principi legati alla medicina tradizionale cinese.

 

La non specificità degli ambiti, la convinzione che la cura della mente passasse attraverso la cura del corpo e viceversa, ha determinato l’inserimento delle regole morali e curative nelle discipline marziali.

La Filosofia del Kung Fu

 

Nel Kung fu ogni azione, sia essa lo specifico movimento di ciascuna parte del corpo, che la singola parte di una sequenza di tecniche di combattimento è impostata secondo l’equilibrio di forze che trova origine nelle concezioni filosofiche del pensiero cinese.

 

In generale si tende ad associare alla maggior parte delle discipline orientali, ad oggi largamente diffuse in Europa, il simbolo dello Yin e dello Yang, il cosidetto T’ai Chi Tu. La comprensione e l’importanza di tale simbolo si ritrova nelle teorie cosmogoniche degli antichi cinesi: l’universo, e in esso il sistema solare, trova origine dalla formazione di due polarità di valenza opposta, la cui interazione determina la Suprema Polarità, cioè la dualità di forze che muovono ogni principio vitale e materiale.

 

In termini generali la teoria dello Yin e dello Yang non solo descrive l’aspetto della creazione ma anche i livelli di relazione tra gli esseri umani e tra questi e gli oggetti. I due poli Yang, positivo, maschile e Yin, negativo, femminile, simbolicamente rappresentato dal colore bianco il primo e nero il secondo, coesistono in equilibrio e si completano senza che nessuna delle due forze prevalga sull’altra.

 

Il Kung fu della nostra scuola si distingue, però, dalle più conosciute arti marziali per la mancanza delle gradazioni cromatiche della cintura, in quanto viene mantenuto l’uso della cintura bianca fino al conseguimento della cintura nera, dopo il superamento di una serie di esami di grado con cadenza annuale.

 

 

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